Isola Prossima

Mostra

Da giovedì 𝟐𝟓 𝐬𝐞𝐭𝐭𝐞𝐦𝐛𝐫𝐞 𝟐𝟎𝟐4 a domenica 1° dicembre 2024 , presso il 𝐌𝐮𝐬𝐞𝐨 𝐂𝐢𝐯𝐢𝐜𝐨 𝐝𝐢 𝐏𝐚𝐥𝐚𝐳𝐳𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐏𝐞𝐧𝐧𝐚 a Perugia, si terrà la quarta edizione della mostra d’arte ‘Isola Prossima’, organizzata da 𝐀𝐫𝐩𝐚 𝐔𝐦𝐛𝐫𝐢𝐚 in collaborazione con il 𝐂𝐨𝐦𝐮𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐏𝐞𝐫𝐮𝐠𝐢𝐚 e l’𝐀𝐬𝐬𝐨𝐜𝐢𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐀𝐫𝐭 𝐌𝐨𝐧𝐬𝐭𝐞𝐫𝐬.

Sinossi mostra

L’attualissima tematica dell’aria, protagonista del dibattito sociale nei suoi coinvolgimenti in questioni urgenti quali l’inquinamento e il surriscaldamento globale, viene sviscerata nelle sue più ampie declinazioni dagli artisti presenti nella mostra “Isola prossima. Aere”.

Ad aprire idealmente l’esposizione sarà una gouache del celebre paesaggista napoletano Giacinto Gigante, del 1850 circa, raffigurante uno studio per una nuvola. Ed è proprio la nuvola, per le sue qualità formali e le proiezioni metafisiche, ad ispirare molti degli artisti interessati a fare delle suggestioni atmosferiche un soggetto delle proprie opere. Come l’argentino Leandro Erlich, che nel 2001 ha rappresentato il proprio Paese alla 49ma Biennale di Venezia, uno dei maestri che garantirà il prestigio internazionale all’esposizione, presente con la grande installazione “The Cloud – Cuore”. Una grande vetrina che racchiude una serie di vetri sui quali è rappresentata la nuvola, che visti in prospettiva rendono l’illusione della tridimensionalità del fenomeno. Per l’olandese Berndnaut Smilde la nuvola diventa invece un oggetto quotidiano che accompagna il vissuto dell’uomo, tanto che la decontestualizza e nei suoi lavori fotografici la inserisce in contesti interni. Se Giuliano Giuggioli rilegge le sue nuvolette in chiave ironica, rendendole protagoniste di una quotidianità surreale e letteraria, Elvio Chiricozzi le monumentalizza nei suoi grandi disegni a matita su tela, caricandole di una drammaticità legata al presagio di un minaccioso evento atmosferico annunciato dal fulmine che affianca le due composizioni.

A sottolineare l’attenzione degli artisti verso gli aspetti etici legati all’aria ci saranno poi alcune tele di grandi dimensioni di Luca Vitone, lasciate al capriccio degli agenti atmosferici, l’aria, la pioggia, la polvere e altri elementi organici, che “dipingono” questi affascinanti quadri.

Ma sono diversi gli artisti che interpretano l’aria non tanto nei suoi caratteri fisici, ma come “medium” atmosferico che si presenta come un elemento delle azioni rappresentate. Come il grande Gino De Dominicis, con il video del suo celebre “Tentativo di Volo”, dove la sfida alle leggi della gravità diventa una sfida alle convenzioni esistenziali. Su questa linea si pone anche Virginia Zanetti, con la serie fotografica “I pilastri della terra”, dove l’aria diventa il mezzo per un ribaltamento semantico con dei performer che si ritrovano a sorreggere il globo terrestre. E ancora Giovanni Gaggia, che nell’aria libra brandelli di bandiere lasciando che sia proprio l’elemento atmosferico a ricomporre un immaginario nuovo vessillo. Così come Aldo Grazzi affida al respiro dell’ambiente le dinamiche percettive dei suoi raffinatissimi ed eleganti teleri fittamente cesellati.

Studi sul volo, in questo caso di Leonardo da Vinci, ispirano anche i piccoli studi della giovanissima Olga Lepri, presente in mostra anche con un grande dipinto che pare guardare all’Aeropittura di Gerardo Dottori, sulla quale innesta strutturate dinamiche corporee-relazionali.

Ma la pittura è l’ambito nel quale le atmosfere trovano le più articolate declinazioni. Con Bruno Ceccobelli la temperie costruisce l’impalpabile contesto nel quale agisce una macchina scenica che gestisce potenti tensioni spirituali. Paolo Manazza punta il suo obbiettivo pittorico sul cielo, generatore di mutevoli variazioni formali e cromatiche, mentre Arturo Casanova sintetizza le medesime suggestioni in composizioni minimaliste che eleggono le varianti climatiche a territorio dove l’astrazione incrocia la spiritualità. Pablo Candiloro propone la sua interpretazione pittorica del sole e delle diverse costellazioni, mentre con Massimiliano Poggioni l’aria diventa elemento costruttivo di contrasto in una composizione marcatamente architettonica.

In alcuni degli artisti presenti nella mostra l’aria trova una funzione nel contesto di progetti spiccatamente tecnologici, o comunque meccanici: come in Mariateresa Sartori, che presenta una serie di disegni “realizzati” da una penna animata da un anemometro. Più programmatico Donato Piccolo, che in ipertecnologiche teche riesce a ricreare in vitro uragani, tempeste e trombe d’aria. Mentre Arcangelo Sassolino coinvolge l’aria contenuta in uno pneumatico nella sua eterna sfida ai limiti degli elementi, che innesca potenti e inquietanti sensazioni di attesa e di paura. La componente sonora è invece centrale nell’opera “Soffio Vento Uccelli” di Juan Pablo Macías, composta da tracce audio di soffi che imitano il vento e il canto degli uccelli.

Non mancano artisti più sensibili agli aspetti lirici degli elementi atmosferici: come Edoardo Cialfi, i cui sensuali paesaggi sono sempre segnati dal mistero dell’imprevedibilità dell’elemento etereo. O l’olandese Casper Faassen, che affida al dialogo fra fotografia e pittura, in stratificazioni sovrapposte, la resa plastica delle sensazioni atmosferiche.

La componente ironica torna prepotentemente nell’opera di Mario Consiglio, che declina il suo soffice lettering in messaggi dai forti contenuti socio-politici; così come in Corrado Bonomi, i cui calviniani “Castelli in aria” troneggiano dall’alto sorridendo beati del troppo prendersi sul serio del mondo dell’arte.

E non poteva mancare il più noto cantore dell’aria dell’arte italiana, quel Piero Manzoni che ha fatto del “Fiato d’artista” uno dei suoi maggiori capolavori, procrastinatore del duchampiano “Air de Paris” e irridente smascheratore del relativismo di tanta arte d’oggi.

ORARIO DI APERTURA

settembre e ottobre: 10:00/19:00
novembre e dicembre: 10:00/18:00
Lunedì chiuso

TARIFFE

Intero Euro 10,00
Ridotto A Euro 5,00
Ridotto B Euro 4,00

Con il sostegno di:

Fondazione Perugia

Con il patrocinio di:

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